I pianeti e le lune durante i primi tempi del Sistema Solare sono stati colpiti da asteroidi molto più frequentemente di quanto accada oggi. Possiamo vedere le prove di questi impatti sulla Luna, ma le tracce geologiche sul nostro pianeta sono state cancellate dall’erosione e dalla tettonica a placche. Nonostante queste sfide, i ricercatori hanno trovato prove di un cratere da impatto risalente a 3,5 miliardi di anni fa.
Il nuovo cratere si trova nel Cratone di Pilbara, nell’Australia occidentale, un luogo che ospita alcune delle rocce esposte più antiche del mondo. Questo luogo ha permesso agli scienziati di comprendere meglio la storia antica del nostro pianeta. Il precedente detentore del record del cratere più antico si trova anch’esso nell’Australia occidentale, il cratere di Yarrabubba. “Prima della nostra scoperta, il cratere da impatto più antico aveva 2,2 miliardi di anni, quindi questo è di gran lunga il cratere più antico mai trovato sulla Terra,” ha dichiarato in un comunicato il professor Tim Johnson, co-responsabile dello studio della Curtin University.
Le rocce suggeriscono che un corpo celeste abbia impattato il suolo a 36.000 chilometri all’ora (22.370 miglia all’ora), lasciando un cratere di 100 chilometri (61 miglia) di diametro. Questo sarebbe sufficiente a spargere detriti in tutto il globo. “Sappiamo che grandi impatti erano comuni nei primi tempi del Sistema Solare osservando la Luna,” ha detto il professor Johnson. “Fino ad ora, l’assenza di crateri veramente antichi significa che sono stati in gran parte ignorati dai geologi. Questo studio fornisce un pezzo cruciale del puzzle della storia degli impatti sulla Terra e suggerisce che potrebbero esserci molti altri crateri antichi che potrebbero essere scoperti nel tempo.”
Il team ha trovato coni di frattura. Queste sono formazioni rocciose peculiari che possono formarsi solo sotto intensa pressione. Questo tipo di pressione può essere causato solo dall’impatto catastrofico di un corpo celeste. Nel 2023, nella stessa regione, un team diverso ha trovato prove di sferule da impatto, suggerendo impatti di meteoriti di età simile.
La scoperta del cratere fornisce nuove intuizioni sul ruolo che gli impatti cosmici potrebbero aver giocato nella Terra antica. “Scoprire questo impatto e trovarne altri dello stesso periodo potrebbe spiegare molto su come la vita potrebbe essere iniziata, poiché i crateri da impatto creavano ambienti favorevoli alla vita microbica come le pozze di acqua calda,” ha detto il professor Chris Kirkland, co-autore principale. “Raffina anche radicalmente la nostra comprensione della formazione della crosta: la tremenda quantità di energia da questo impatto potrebbe aver giocato un ruolo nel modellare la crosta terrestre primordiale spingendo una parte della crosta terrestre sotto un’altra, o forzando il magma a risalire dalle profondità del mantello terrestre verso la superficie. Potrebbe aver persino contribuito alla formazione dei cratoni, che sono grandi masse di terra stabili che sono diventate la base dei continenti.”
Un articolo che descrive questa scoperta è pubblicato sulla rivista Nature Communications.