Grazie al Fondo italiano per la scienza – Fis 2 erogato dal Ministero dell’università e della ricerca (Mur), il progetto iSeeds (Astrochemical Study of Early Embedded Disks) riceve 1,3 milioni di euro per indagare la formazione dei pianeti oltre il Sistema solare. A guidarlo sarà Eleonora Bianchi, ricercatrice dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), insieme a un team di cinque esperti in astrochimica osservativa, data mining, machine learning e data science.
Il progetto iSeeds, che partirà a ottobre 2025, «letteralmente significa ‘studio astrochimico di giovani dischi oscurati’», spiega Bianchi, «ed è dedicato all’analisi della fisica e della chimica dei dischi protostellari, l’ambiente in cui prendono forma i sistemi planetari. Per la prima volta, iSeeds esplorerà dischi giovanissimi ancora immersi nella loro nube molecolare, svelando le prime fasi della formazione di pianeti simili al nostro».
«Quanta massa è disponibile nel disco per la formazione dei pianeti? Qual è la composizione chimica dei dischi, che verrà ereditata dai pianeti in formazione? Quando e come crescono i grani di polvere nel disco fino a formare i planetesimi? Queste sono alcune delle domande a cui cercheremo di rispondere nei prossimi tre anni», sottolinea Bianchi. Grazie al finanziamento ottenuto (in totale 1.325.273,40 di euro) e «attraverso il nostro innovativo approccio interdisciplinare, con iSeeds saremo capaci di sfruttare appieno l’enorme quantità di dati generata dai moderni telescopi».
Rientrata di recente in Italia dopo un postdoc di cinque anni presso l’Institut de Planétologie et d’Astrophysique di Grenoble e un’esperienza di ricerca di due anni presso l’Excellence Cluster Origins di Monaco di Baviera, Eleonora Bianchi si prepara ora ad avviare il progetto in Italia, all’Inaf – Osservatorio astrofisico di Arcetri. Il gruppo si occuperà dello sviluppo delle linee di ricerca e delle infrastrutture necessarie per la raccolta e l’analisi dei dati. Il progetto sarà condotto in un osservatorio storico dell’Inaf, «che vanta una consolidata tradizione», dice la ricercatrice, «nello studio della chimica delle prime fasi di formazione delle protostelle di tipo solare e nel confronto con le comete e gli oggetti del Sistema solare».
Rispetto all’importo inizialmente richiesto, il Ministero ha riconosciuto una quota aggiuntiva del dieci per cento (circa 120mila euro) al progetto quale riconoscimento per l’inserimento all’Inaf e il rientro in Italia della ricercatrice. Il finanziamento complessivo è stato erogato nell’ambito del macrosettore “Physical Sciences and Engineering – Universe Sciences” del Fis 2. I fondi Fis sostengono ogni anno progetti di ricerca altamente innovativi nei principali settori scientifici, seguendo il modello dello European Research Council (Erc). A livello nazionale, lo stanziamento totale del Mur è stato di 338 milioni di euro.
«Dopo anni di formazione all’estero», racconta Bianchi, «questo progetto rappresenta per me una straordinaria opportunità di rientrare in Italia e nello specifico all’Inaf, di costruire un gruppo di ricerca in astrochimica e di contribuire alla formazione dei ricercatori di domani. Grazie alle nuove infrastrutture e ai vari progetti europei portati avanti all’Inaf di Arcetri, siamo pronti a sviluppare le collaborazioni interdisciplinari necessarie per affrontare le sfide che il campo dell’astrochimica richiede. Inoltre, questo è un momento particolarmente stimolante, poiché l’Italia e l’Inaf stanno investendo significativamente nei telescopi di nuova generazione, come il radiotelescopio dell’Osservatorio Ska, che apriranno nuove possibilità per sviluppi significativi nell’ambito della formazione planetaria e dell’astrochimica».